giovedì 17 marzo 2016

17 Marzo 1916

L’Olanda non ha fatto in tempo a protestare per il siluramento del Tubantia che si ritrova con un altro piroscafo affondato: il 17 marzo i tedeschi colano a picco il Palembang. 

Trincea russa presso Sarıkamış
Le polemiche internazionali non sono l’unico argomento di discussione in Germania. I resoconti svizzeri dal Parlamento tedesco sono allarmanti: si parla di finanze disastrate e “bilanci artificiosi”. La situazione economica è meno preoccupante in Gran Bretagna, dove comunque si registrano aumenti vertiginosi dei prezzi.
Da Londra a Roma, dov’è la politica a far parlare di sé. Il Parlamento attraversa giornate burrascose, discussioni accese. A scatenare un imbarazzante putiferio è una dichiarazione del socialista Lucci: “L’unica a comprendere il conflitto è stata l’Inghilterra. […] Questa è una guerra di logoramento”.

La Camera è un delirio di urla: “Tutto il vocabolario delle ingiurie fu esaurito in pochi minuti”; sobrietà ed eleganza prima di tutto. I più moderati lo accusano di scarso patriottismo. Per il Parlamento l’onorevole Lucci è colpevole.
Al fronte si fanno notare i russi: avanzano nel Caucaso, a ovest di Erzurum. Mamahatun viene investita e occupata dopo un rapido combattimento; interessante il bottino di rifornimenti e prigionieri.


mercoledì 16 marzo 2016

16 Marzo 1916


Termina la 5° battaglia dell'Isonzo

Dopo neanche una settimana è ora di dire basta. Ci pensa il meteo a porre fine al massacro:
pioggia e neve rendono impraticabile il terreno.

Il 16 marzo la quinta battaglia dell’Isonzo può considerarsi conclusa; fanno altri 13.000 morti sul conto.

Trincea sulla linea dell'Isonzo presso Gorizia


Trincea sulla linea dell'Isonzo presso Gorizia
I soldati al fronte iniziano a demoralizzarsi, sono stanchi di farsi uccidere per pochi metri.

Il malumore serpeggia lungo le trincee, acuito dalle sempre peggiori condizioni di vita:
le razioni non sempre bastano, gli indumenti non sono adeguati e il tempo è uno schifo.

Ora il problema è tenere buona l’opinione pubblica, alzare il morale del Paese.
i giornali continuano a raccontare grandi vittorie e gesta eroiche,
eppure i nomi che circolano non cambiano mai, si combatte sempre negli stessi posti.

venerdì 11 marzo 2016

11 Marzo 1916

Linea Tedesca sul fronte della Somme

La battaglia di Verdun é un'elastico: prima avanzano i tedeschi, poi i francesi, poi di nuovo da capo: una battaglia apparentemente senza fine e gestita in modo perfetto da entrambi gli eserciti, forse fu questo il motivo dello stallo.


“Il bilancio della battaglia si riassume in due parole: semplici fluttuazioni”.

A Verdun si combatte da tre settimane, con il solito susseguirsi di attacchi e contrattacchi in serie, posizioni perse e riguadagnate.

L’iniziativa resta tedesca, ma i vantaggi acquisiti sono minimi.

Ogni palmo di terreno, difeso o conquistato, costa una vagonata di uomini.

I giornali francesi si compiacciono dello stallo. Maurice Barrès, sull'Echo de Paris, scrive: “Insieme alle nostre angosce patriottiche c’era l’angoscia del mondo, ma oggi il mondo si rallegra, perché non diventerà tedesco”.


Inizio della 5° battaglia dell'Isonzo, che vedrà la presa di S. Michele d.C.

Intanto sul fronte italiano il Regio Esercito prende San Martino e San Michele del Carso rubandolo agli Austroungarici.


Sul nostro fronte la situazione non è molto diversa. Il 13 marzo, dopo due giorni di intensi bombardamenti, la fanteria italiana si muove con decisione: 

conquistiamo buone posizioni a San Martino del Carso e registriamo lievi progressi intorno al San Michele.




giovedì 10 marzo 2016

10 Marzo 1916

A Verdun le artiglierie martellano le trincee nemiche: duri colpi per il morale delle truppe che vengono demoralizzate prima ancora dell'assalto. più che fuoco di sbarramento somiglia più ad una guerra psicologica.
In città restano pochi uomini, qualche gendarme e vigili del fuoco; nessun civile: Verdun è ormai una città fantasma.
Intanto dopo una lunga contesa non ancora finita i tedeschi riconquistano la foresta di Corbeaux ed il limitrofo Bois-des-Buttes: sono vittorie brevi che costano molte vite e spesso non durano un giorno, è un bilanciamento perfetto di forze che spingono verso il centro annullandosi.
Cannone scandinavo posto sul confine tedesco.
I paesi scandinavi ribadiscono ancora una volta la loro intenzione di restare assolutamente neutrali nel conflitto che sconvolge il mondo; ora le loro posizioni sono diventate anche anti-collaborazioniste viste le sorti del Portogallo che ha "giocato con il fuoco".
Si Riuniscono a Copenhagen i capi di stato dei paesi scandinavi (Svezia, Norvegia e Danimarca) ed il messaggio al mondo è chiaro e lo stesso di mesi prima: La scandinavia non vuole avere a che fare con questa guerra ne ora, ne mai.

mercoledì 9 marzo 2016

9 Marzo 1916

Il 9 Marzo 1016 la pazienza della Germania è finita: i prussiani non possono più accettare gli sfregi che gli vengono mossi giorno dopo giorno dal governo portoghese che continua a sequestrare navi da guerra tedesche su pressione inglese.
Portoghesi si addestrano all'uso della baionetta
Il Portogallo ha teso troppo la corda che infine si è spezzata, la guerra colpisce anche la penisola iberica ma fortunatamente per loro i portoghesi si trovano preparati ed organizzano immediatamente le operazioni a fianco dell'Intesa: viene organizzato un corpo di spedizione in Africa per ottenere benefici dalle colonie tedesche che stavano iniziando a perdere terreno contro inglesi e francesi.
Intanto sul fronte occidentale non smettono di suonare le artiglierie: il punto caldo di tutto il fronte resta Verdun dove tedeschi e francesi combattono per ogni metro di terra con grande dispendio di uomini e mezzi (il 9 marzo il costo di mantenimento delle truppe tedesche a Verdun aveva pareggiato il costo di mantenimento di tutto il resto del fronte occidentale).
Piantina del Forte di Vaux (Verdun)
Durante la giornata i tedeschi tentano ancora di sfondare su Bois-des-Corbeaux ed assatano il forte di Vaux presso Verdun.

Il 9 Marzo 1916 è anche il giorno della firma del trattato di Skyes-Picot tra Francia e Gran Bretagna: il trattato delinea le zone di influenza dei due paesi in Medio Oriente una volta concluso il conflitto; ancora non si sapeva m questo trattato avrebbe sconvolto i precari equilibri del Medio Oriente portando a conflitti interni sociali e religiosi che in seguito hanno portato alla grave situazione di quelle zone, anche ai nostri giorni.

ARCHIVIO ARTICOLI