Linea Tedesca sul fronte della Somme |
La battaglia di Verdun é un'elastico: prima avanzano i tedeschi, poi i francesi, poi di nuovo da capo: una battaglia apparentemente senza fine e gestita in modo perfetto da entrambi gli eserciti, forse fu questo il motivo dello stallo.
“Il bilancio della battaglia si riassume in due parole: semplici fluttuazioni”.
A Verdun si combatte da tre settimane, con il solito susseguirsi di attacchi e contrattacchi in serie, posizioni perse e riguadagnate.
L’iniziativa resta tedesca, ma i vantaggi acquisiti sono minimi.
Ogni palmo di terreno, difeso o conquistato, costa una vagonata di uomini.
I giornali francesi si compiacciono dello stallo. Maurice Barrès, sull'Echo de Paris, scrive: “Insieme alle nostre angosce patriottiche c’era l’angoscia del mondo, ma oggi il mondo si rallegra, perché non diventerà tedesco”.
Intanto sul fronte italiano il Regio Esercito prende San Martino e San Michele del Carso rubandolo agli Austroungarici.
Sul nostro fronte la situazione non è molto diversa. Il 13 marzo, dopo due giorni di intensi bombardamenti, la fanteria italiana si muove con decisione:
conquistiamo buone posizioni a San Martino del Carso e registriamo lievi progressi intorno al San Michele.
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