venerdì 25 marzo 2016

25 Marzo 1916

Il Ministro degli Esteri Sonnino (1916)
Il 25 di Marzo del 1916 il Presidente del Consiglio Salandra ed il Ministro degli Esteri Sonnino, dopo un incontro con il Re Vittorio Emanuele III per discutere dei piani di guerra italiani per l'anno appena iniziato, partono alla volta di Parigi per portare la voce dell'Italia all'annuale incontro tra le forze dell'Intesa.
Sul fronte occidentale non accade nulla, è un'altra giornata di respiro dai frenetici ritmi della guerra.
Intanto sul fronte i soldati tentano, quando possono di tornare alla normalità, creando stralci di vita quotidiana negli accampamenti, eliminando la guerra dalla loro vita, almeno per un giorno.

24 Marzo 1916


Solito tira e molla sui fronti europei: posizioni perse e riconquistate ma nulla di rilevante da segnalare per gli Stati Maggiori impegnati nel conflitto.

Il solo evento di rilievo lo riportano i giornali e quotidiani francesi: 
Un sommergibile tedesco scambia il piroscafo Sussex per un dragamine Alleato e lo silura nel canale della Manica: 300 passeggeri vengono tratti in salvo ma sventuratamente alcuni perdono la vita in mare a causa delle temperature, tra loro tre cittadini americani; boccone che stenta ad andare giù ai vertici di Washington. Il Piroscafo Sussex per la fortuna (o sfortuna, dipende dai punti di vista) dei tedeschi non affonda, viene rimorchiato fino a Boulogne, in ogni caso il dado è tratto e non è più rimediabile.
Questo evento contribuirà in seguito alla condanna U.S.A. dell'uso indiscriminato dei siluramenti da parte dei tedeschi, e porterà, un anno più tardi al decisivo intervento degli Stati Uniti a fianco dell'Intesa.
Sommergibile Tedesco




mercoledì 23 marzo 2016

23 Marzo 1916

Nella regione più a sud-ovest di Dvinsk numerosi assalti tedeschi sono stati stati arginati dalle opere di trinceramento e dal filo spinato. Piccoli distaccamenti di cavalleria tedesca hanno agito in profondità lungo la ferrovia Molodstchno-Piotzk, compiendo incursioni e sabotaggi.
A nord-est di Vilna le truppe russe sono riuscite a passare sulla riva sinistra della Vilja mentre a sud-est di Orany i tentativi di varcare il fiume sono stati ostacolati dalla resistenza delle forze russe e dall’artiglieria.
Nella regione di Pinsk le forze zariste sono in piena ritirata senza riuscire a rompere il contatto con le forze di Hindenburg che le inseguono.
 Il 5 reggimento fucilieri lettoni con maschere antigas
Presso il villaggio di frontiera di Novo Olexnitz, presso la città di Vichnevetz e sulla Stypa, ad ovest della linea Tarnopol-Tremblowa, le truppe di Pietrogrado hanno impegnato le forze austro-tedesche, impegnate nel tentativo di attraversare il fiume, in lunghi ed estenuanti combattimenti.
Da parte Austro-Ungarica si nega che le forze russe siano riuscite a respingere quelle austro-tedesche in Galizia. Secondo un comunicato di Vienna, il nemico, nonostante il dispiegamento di grandi masse di artiglieria e l’attacco di numerose divisioni di fanteria non è riuscito a fare breccia e ha subito grandi perdite senza guadagnare terreno. Gli unici successi parziali concessi da Vienna al nemico si ridurrebbero ad alcune teste di ponte sul Ikwa, presto accerchiate e annientate.
Da Berlino invece si ribadisce la falla nello schieramento russo nella zona di Plinsk e di come le truppe tedesche si stiano incunenando senza concedere tregua a quelle nemiche in ritirata. Le forze di Hindemburg, sostiene un comunicato ufficiale tedesco, continuano ad avanzare ingaggiando fortunati e vittoriosi combattimenti. Colonne in marcia si chiudono attorno a Dvinsk da nord ovest e da sud ovest.


Italo Balbo: squadrista, politico, aviatore, pioniere.


Italo Balbo nasce a Quartesana (Ferrara) il 6 giugno 1896. La sua carriera militare inizia come volontario, nella prima guerra mondiale, tra le fila degli alpini, dove riceve due medaglie di bronzo e una d'argento. Dopo la guerra studia a Firenze, dove ottiene la laurea in Scienze politiche, quindi torna a Ferrara per lavorare come impiegato di banca.  Italo Balbo è un uomo d'azione, violentemente antisocialista, antidemocratico e nazionalista, di conseguenza decide di aderire al partito fascista, diventandone presto segretario della sezione di Ferrara. 
Italo Balbo come Governatore della Libia
Nel 1922 è già quadrunviro della marcia su Roma, e nel 1923 viene accusato di essere coinvolto nell'omicidio del parroco Don Giuseppe Minzoni. Italo Balbo per difendere alcuni squadristi depista le indagini, sostiene che non è stato un delitto politico ma che si tratta di una resa di conti per una questione di donne. Riesce nel suo intento e i colpevoli vengono prosciolti per insufficienza di prove.
 

 Il 6 novembre 1926 viene nominato sottosegretario all'Aeronautica. Inizia una serie di trasvolate oceaniche che ne faranno un eroe nazionale e lo renderanno assai noto anche oltre i confini nazionali.

Nel 1930, con 12 idrovolanti partiti da Orbetello alla volta di Rio de Janeiro, in Brasile, Balbo compie la prima trasvolata atlantica. Dal 1 luglio al 12 agosto del 1933 guida la trasvolata di 24 idrovolanti nel volo andata e ritorno da Roma a Chicago. Il governatore dell'Illinois, il Sindaco e la città di Chicago riservano agli italiani un'accoglienza trionfale, a Balbo un'ovazione. Balbo riesce a utilizzare le sue imprese dell'aria come strumento propagandistico. 
Il Relitto dell'aereo di Balbo dopo l'incidente
È il gennaio 1934 quando Balbo viene nominato Governatore della Libia. Inizia la ristrutturazione architettonica della colonia, ma l'idea propagandistica più efficace è il trasferimento in Libia di ventimila contadini italiani, a cui affida le terre coloniali. 
Lo scontro con Mussolini arriva quando Balbo si oppone esplicitamente all'entrata in guerra dell'Italia a fianco della Germania. I motivi di dissenso sono di carattere pratico e non ideologico: le truppe italiane non sono pronte ad affrontare la guerra. 29 giugno 1940, diciannovesimo giorno di guerra, Italo Balbo effettua una ricognizione nei cieli della Libia, quando il suo aereo viene abbattuto da una contraerea italiana, all'altezza di Tobruk.

venerdì 18 marzo 2016

170 anni fa: Le 5 giornate di Milano

Una sequenza della rivolta
Il 18 Marzo 1848 avevano inizio a Milano le 5 giornate più famose dell'unificazione Italiana, che portarono la città alla liberazione dalle truppe austriache che il 22 Marzo furono costrette ad abbandonare la città.

La guarnigione austriaca in città era poco consistente (8000 uomini) ed era comandata dall'ottantaduenne Josef Radetzky, questo favorì un'ulteriore slancio alla popolazione insorta, certa di creare molti problemi ai pochi austriaci.
Milanesi in rivolta dietro una delle celebri "barricate"
Inoltre, nel settembre 1846 entrava in città, acclamato dalla folla l'arcivescovo carlo Bartolomeo Romilli che sostituiva l'austriaco Kajetan von Gaisruck; questo comportamento scaturì la reazione della polizia austriaca che caricò la folla in piazza uccidendo un milanese e ferendone 4.

Venuti a conoscenza anche a Milano dei moti rivoluzionari calabresi, la tensione nella città esplose nella giornata del 18 marzo quando la popolazione scese in piazza in seguito alla rivolta di Vienna che provocò la caduta di Metternich per chiedere maggiore autonomia e libertà di stampa.
Presto la protesta pacifica si trasformò in rivolta armata in seguito ad alcuni screzi con i soldati austriaci durante la manifestazione.
Iniziavano così le Cinque Giornate di Milano gestite da Carlo Cattaneo e Gabrio Casati.

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