giovedì 17 marzo 2016

17 Marzo 1861 - 2018 Auguri Italia!

AUGURI ITALIA


155 ANNI DI STORIA



Il 17 marzo 1861 il Popolo Italiano reduce di oppressioni per secoli si ribella allo straniero, mettendo in atto l'unità nazionale.
Non è vero che fatta l'Italia bisogna fare gli Italiani; gli italiani si sono fatti da se' nei secoli, con la propria comune cultura che hanno scelto di mettere a frutto quel giorno, decidendo di unirsi in una Patria fatta di soli italiani.

157 anni di Patria, di Storia, di Eroi e di vite che si sono succedute per la grandezza della nostra nazione.


Riportiamo in seguito il commento della redazione.






"Oggi più che mai l'auspicio è di un Paese che non ha paura della sua storia e che ha voglia di diventare più grande ancora."




I Doubat: gli Arditi Neri

Doubat cammellati guidati da Camillo Bechis.
I Doubat (turbanti bianchi per i coloni, Arditi Neri per gli Italiani) furono un corpo di milizia di confine istituito in Somalia tra il 1924 ed il 1941 e costituivano una via di mezzo tra truppe irregolari (erano civili con compiti di vigilanza) e truppe regolari (l'equipaggiamento era lo stesso per tutti ed il comando era di tipo militare tradizionale).
In realtà esistevano già da molto tempo: vennero impiegati la prima volta nel 1905 con il nome di Gogle (fiduciari) con compiti di guerriglia e pattugliamento; in seguito nel 1923 vennero "regolarizzati" dal governatore della Somalia De Vecchi; in questo periodo adottarono il soprannome datogli dalla popolazione (Dub=Turbanti at=bianchi) come nome ufficiale della milizia.
Nel 1925 il reparto venne affidato al comando del Maggiore degli Alpini e Commissario di Confine Camillo Bechis.
Doubat con equipaggiamento tipico.
La loro principale caratteristica consisteva nell'estrema leggerezza di armamento (a sinistra): disponevano di un Mannlicher di preda bellica austro-ungarica e di equipaggiamento composto da due cartucciere, un pugnale tradizionale somalo (billao), turbante, gonnellino (futa) e fascia trasversale sul torace (tutto rigorosamente bianco); questo equipaggiamento estremamente leggero consentiva spostamenti rapidissimi. Il reclutamento dei Dubat, avveniva fra i clan di confine; per risultare idonei era necessario appartenere ad una tribù di guerrieri, avere un'età compresa tra i 18 ed i 35 anni e superare una prova di resistenza fisica molto dura: corsa campestre di 60 chilometri in non più di 10 ore; prova che selezionava degli uomini dalla prestanza fisica eccezionale in grado di controllare con pochi uomini tutto lo sterminato confine della Somalia che altrimenti avrebbe richiesto migliaia di truppe "tradizionali".
I Doubat erano divisi in bande, con ufficiali italiani e sottufficiali somali o yemeniti. L'addestramento era affidato a sottufficiali indigeni appartenenti a battaglioni coloniali e la loro gerarchia era suddivisa in 4 gradi: gregario; sotto capo; capobanda; comandante.
Esistevano, inoltre due tipologie differenti di Doubat: i fanti ed i Doubat cammellati o dromedariati.
I Doubat si distinsero anche in scenari di guerra nei quali erano sovente impiegati con compiti di pattugliamento o ricognizione; tra le loro operazioni più importanti troviamo: la soppressione del movimento ribelle-terrorista di Erzi Bogor, la guerra d'Etiopia (1935) e la conquista della Somalia Britannica (1940).

17 Marzo 1916

L’Olanda non ha fatto in tempo a protestare per il siluramento del Tubantia che si ritrova con un altro piroscafo affondato: il 17 marzo i tedeschi colano a picco il Palembang. 

Trincea russa presso Sarıkamış
Le polemiche internazionali non sono l’unico argomento di discussione in Germania. I resoconti svizzeri dal Parlamento tedesco sono allarmanti: si parla di finanze disastrate e “bilanci artificiosi”. La situazione economica è meno preoccupante in Gran Bretagna, dove comunque si registrano aumenti vertiginosi dei prezzi.
Da Londra a Roma, dov’è la politica a far parlare di sé. Il Parlamento attraversa giornate burrascose, discussioni accese. A scatenare un imbarazzante putiferio è una dichiarazione del socialista Lucci: “L’unica a comprendere il conflitto è stata l’Inghilterra. […] Questa è una guerra di logoramento”.

La Camera è un delirio di urla: “Tutto il vocabolario delle ingiurie fu esaurito in pochi minuti”; sobrietà ed eleganza prima di tutto. I più moderati lo accusano di scarso patriottismo. Per il Parlamento l’onorevole Lucci è colpevole.
Al fronte si fanno notare i russi: avanzano nel Caucaso, a ovest di Erzurum. Mamahatun viene investita e occupata dopo un rapido combattimento; interessante il bottino di rifornimenti e prigionieri.


mercoledì 16 marzo 2016

16 Marzo 1916


Termina la 5° battaglia dell'Isonzo

Dopo neanche una settimana è ora di dire basta. Ci pensa il meteo a porre fine al massacro:
pioggia e neve rendono impraticabile il terreno.

Il 16 marzo la quinta battaglia dell’Isonzo può considerarsi conclusa; fanno altri 13.000 morti sul conto.

Trincea sulla linea dell'Isonzo presso Gorizia


Trincea sulla linea dell'Isonzo presso Gorizia
I soldati al fronte iniziano a demoralizzarsi, sono stanchi di farsi uccidere per pochi metri.

Il malumore serpeggia lungo le trincee, acuito dalle sempre peggiori condizioni di vita:
le razioni non sempre bastano, gli indumenti non sono adeguati e il tempo è uno schifo.

Ora il problema è tenere buona l’opinione pubblica, alzare il morale del Paese.
i giornali continuano a raccontare grandi vittorie e gesta eroiche,
eppure i nomi che circolano non cambiano mai, si combatte sempre negli stessi posti.

venerdì 11 marzo 2016

11 Marzo 1916

Linea Tedesca sul fronte della Somme

La battaglia di Verdun é un'elastico: prima avanzano i tedeschi, poi i francesi, poi di nuovo da capo: una battaglia apparentemente senza fine e gestita in modo perfetto da entrambi gli eserciti, forse fu questo il motivo dello stallo.


“Il bilancio della battaglia si riassume in due parole: semplici fluttuazioni”.

A Verdun si combatte da tre settimane, con il solito susseguirsi di attacchi e contrattacchi in serie, posizioni perse e riguadagnate.

L’iniziativa resta tedesca, ma i vantaggi acquisiti sono minimi.

Ogni palmo di terreno, difeso o conquistato, costa una vagonata di uomini.

I giornali francesi si compiacciono dello stallo. Maurice Barrès, sull'Echo de Paris, scrive: “Insieme alle nostre angosce patriottiche c’era l’angoscia del mondo, ma oggi il mondo si rallegra, perché non diventerà tedesco”.


Inizio della 5° battaglia dell'Isonzo, che vedrà la presa di S. Michele d.C.

Intanto sul fronte italiano il Regio Esercito prende San Martino e San Michele del Carso rubandolo agli Austroungarici.


Sul nostro fronte la situazione non è molto diversa. Il 13 marzo, dopo due giorni di intensi bombardamenti, la fanteria italiana si muove con decisione: 

conquistiamo buone posizioni a San Martino del Carso e registriamo lievi progressi intorno al San Michele.




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