sabato 5 marzo 2016

5 marzo 1916

prima pagina de La Stampa 4/3/1916
Per la stampa francese e dell'intesa la cosa migliore da fare è non far trasparire la gravità dell'avanzata tedesca; vengono esaltate le gesta dei soldati francesi e sottolineate le perdite tedesche, sui giornali appaiono bollettini e testimonianze dal fronte di dubbia provenenza: “L’incidente di Douaumont non è che un piccolo episodio della grande battaglia”; e continuano: “Se non spezzano stavolta il nostro fronte, tra sei mesi la guerra sarà finita”; e ancora: al fronte “i tedeschi mantengono un accanimento estremo, i francesi una resistenza inaudita”. 
La parte seconda della battaglia di Verdun, (iniziata con l’assalto a Douaumont) prosegue: il 5 marzo: le armate del Kaiser, appena respinte a Poivre Hill, non sfondano neanche a est di Vacherauville: le forze si bilanciano da qualche giorno ormai.
Poivre Hill oggi
Via Zurigo arriva in Italia un resoconto dell’intervento di Karl Liebknecht alla Camera tedesca: “In Prussia non vi sono più diritti, non vi è libertà di sorta. L’amministrazione della giustizia nei processi politici è parziale; gli arresti preventivi sono una ricaduta reazionaria. Oggi in Germania non c’è giustizia, ma tirannide”. Il suo discorso viene interrotto più volte, inevitabile se meni fendenti a destra e a manca.
Intanto in Persia: il primo ministro Firman Firma, in carica da poco più di due mesi e convinto sostenitore dell’Intesa, si dimette insieme al ministro degli esteri.
Si ritiene che la cusa furono le pressioni di Russia e Gran Bretagna: erano troppo pesanti.

venerdì 4 marzo 2016

4 Marzo 1916

la nave da guerra Mowe (gabbiano)
La mattina del 4 marzo 1916 è tocca ai russi sfondare il fronte: gli zaristi conquistano Bitlis sul filo della baionetta. l'assalto è brutale e di una foga incredibile; l'alleanza russo-armena sembra dare i suoi frutti.
Lo Zar opera anche uno sbarco di truppe sul confine turco minacciato dall'avanzata ottomana.
Lo stesso giorno Enver Pasha ministro della guerra turco è soggetto ad un attentato: questo manda nel chaos la già disordinata politica ottomana.
mappa della campagna del Caucaso
Intanto crescono le tensioni tra Portogallo e Germania: i portoghesi requisiscono altre navi tedesche al largo di Maputo ed ai tedeschi non va giù la collaborazione portoghese con l'Intesa.
Due mesi dopo esser salpato, il Möwe fa ritorno in Germania, a Brema. E’ diventata la più famosa nave corsara tedesca, degna erede dell’Emden. Grazie alla sua sinistra capacità di colpire e svanire senza farsi notare, le forze dell'Intesa l'hanno soprannominata “la nave fantasma”.
L'Austria Ungheria, intanto cattura volontari sanmarinesi in forze nell'esercito italiano e si rifiuta di liberarli denunciando San Marino di violazione della neutralità, minacciando la guerra anche al piccolo stato.

giovedì 3 marzo 2016

3 Marzo 1916

La pausa sul fronte occidentale è durata abbastanza: 
I tedeschi sfoggiano tutta la loro artiglieria e riprendono l’offensiva attorno a Verdun. Questa volta l’attacco va a segno, le armate del Kaiser penetrano nel villaggio di Douaumont e respingono la reazione francese.

Verdun prima dell'attacco tedes
Intanto in America:
"Garantire la vita dei cittadini americani o difendere i propri diritti?"
 Il dibattito negli Stati Uniti si accende. Thomas Gore, senatore democratico e “Wilsoniano” della prima ora, si trova in contrasto con il suo Presidente. Ha proposto una mozione per “impedire ai cittadini americani di imbarcarsi su piroscafi mercantili armati”, un modo per fuggire dalla minaccia sottomarina tedesca. Il 3 marzo si vota: la mozione Gore non passa, il Senato degli Stati Uniti la rinvia “sine die”, la pospone a tempo indeterminato. Per il Presidente Wilson è una vittoria; ora si può giocare la partita alla Camera dei rappresentanti.

2 marzo 1916


Nel Caucaso è tutto cambiato con la presa di Erzurum. I russi sono partiti da lì e hanno trovato la strada tracciata: 130 chilometri più a sud hanno preso Muş e, poco più a est  Ahlat, sul Lago di Van.
Ora devono proseguire il percorso. Il prossimo ostacolo è Bitlis, circa 65 chilometri a sud-est di Muş. La città si trova quasi a 1.500 metri sul livello del mare, tappa obbligata in un’importante rotta commerciale.
Finora i russi sono avanzati senza grosse difficoltà (a parte sul fronte Europeo contro la Germania e l'Austria-Ungheria), ma Bitlis è diversa: si snoda in una stretta valle, lungo il corso dell’omonimo fiume; le postazioni turche non possono essere aggirate, né circondate in tempi brevi. La battaglia per conquistare la città inizia il 2 marzo. Bitlis ha già patito in questa guerra: qui vive, o meglio viveva, un’ingente minoranza armena.


E se lì i Russi conquistano, passiamo al fronte occidentale:
  • Battaglia di Verdun: tedeschi respinti a Douaumont.
  • Pétain continua a riorganizzare le difese di Verdun tramite i rifornimenti lungo la Voie Sacrée (La Via Sacra).

mercoledì 2 marzo 2016

Armando Diaz: il Generale della Vittoria

Armando Diaz nato a Napoli il 5 Dicembre 1861 conosciuto principalmente per essere stato Maresciallo d'Italia.
La sua avventura militare inizia nel 1912 durante la guerra libica dove fu comandante di un reggimento con il quale si distinse a Zanzur, in seguito venne rimpatriato e divenne segretario del gen. A. Pollio.
In seguito ebbe il ruolo di capo di Stato Maggiore dell'esercito che condivise con Luigi Cadorna (1914).
Generale Armando Diaz
Con lo scoppio della prima guerra mondiale prese le redini del reparto operazioni presso il comando supremo. Nel 1917 diresse con perizia il 33º corpo d'armata sul Carso.
Dopo l'8 nov. 1917, in seguito alla battaglia di Caporetto e il ripiegamento italiano, sostituì il Cadorna nell'ufficio di capo di Stato Maggiore e superò con grande successo la critica fase della stabilizzazione sulla linea Grappa-Piave. Con tenacia ed abnegazione fu in grado di  rinsaldare l'esercito che poté prima affrontare vittoriosamente l'urto offensivo austriaco nel giugno 1918 e quindi dar vita all'offensiva finale italiana del 24 ottobre al 3 novembre del 1918.
Dopo la guerra divvenne Senatore dal febbraio 1918, ed in seguito ricevette il collare dell'Ordine della S.S. Annunziata il 4 novembre dello stesso anno.
Morì a Roma il 29 Febbraio 1928 dopo una carica da ministro nel primo governo Mussolini.

ARCHIVIO ARTICOLI