prima pagina de La Stampa 4/3/1916 |
Per la stampa francese e dell'intesa la cosa migliore da fare è non far trasparire la gravità dell'avanzata tedesca; vengono esaltate le gesta dei soldati francesi e sottolineate le perdite tedesche, sui giornali appaiono bollettini e testimonianze dal fronte di dubbia provenenza: “L’incidente di Douaumont non è che un piccolo episodio della grande battaglia”; e continuano: “Se non spezzano stavolta il nostro fronte, tra sei mesi la guerra sarà finita”; e ancora: al fronte “i tedeschi mantengono un accanimento estremo, i francesi una resistenza inaudita”.
La parte seconda della battaglia di Verdun, (iniziata con l’assalto a Douaumont) prosegue: il 5 marzo: le armate del Kaiser, appena respinte a Poivre Hill, non sfondano neanche a est di Vacherauville: le forze si bilanciano da qualche giorno ormai.
Poivre Hill oggi |
Via Zurigo arriva in Italia un resoconto dell’intervento di Karl Liebknecht alla Camera tedesca: “In Prussia non vi sono più diritti, non vi è libertà di sorta. L’amministrazione della giustizia nei processi politici è parziale; gli arresti preventivi sono una ricaduta reazionaria. Oggi in Germania non c’è giustizia, ma tirannide”. Il suo discorso viene interrotto più volte, inevitabile se meni fendenti a destra e a manca.
Intanto in Persia: il primo ministro Firman Firma, in carica da poco più di due mesi e convinto sostenitore dell’Intesa, si dimette insieme al ministro degli esteri.
Si ritiene che la cusa furono le pressioni di Russia e Gran Bretagna: erano troppo pesanti.