venerdì 26 febbraio 2016

le 5 cose che (forse) non sapevi su Gabriele D'Annunzio

Il Vate gioca con i sui cani 
1. Durante i salotti mondani, quando si trovava circondato da suoi adulatori e seguaci si divertiva a deriderli chiedendo loro opinioni sulla sua ultima opera e loro, in modo molto vago gli rispondevano riempiendolo di complimenti ed adulazioni; nulla di strano in questo se non fosse per il fatto che d'Annunzio chiedeva opinioni su opere che in realtà non aveva mai scritto.

2. Il Vate fu l'inventore di molte parole di uso comune della lingua italiana, commissionategli dal governo fascista per sostituire i cosiddetti "inglesismi"; una delle parole da lui inventate che oggi utilizziamo quasi ogni giorno è tramezzino (italianizzazione del nome originale inglese sandwich).

la celebre frase su una parete del Vittoriale
3. d'Annunzio nutriva un grande affetto nei confronti degli animali, in particolare verso i cani: lui stesso ne ebbe moltissimi nel corso della sua vita, nella maggior parte dei casi erano animali di pura razza dei quali il Vate amava farsi circondare; i suoi ultimi cani vennero seppelliti accanto a lui nel giardino del Vittoriale.

4. In occasione di un avvenimento celebrativo del Sommo Poeta all’epoca molto apprezzato nei salotti dell'alta borghesia fu chiamato a partecipare a una tavola rotonda, ma senza esitazione alcuna rispedì al mittente l’invito: “Oggi, in Italia, non può parlare di Dante che un ministro, un professore o un imbecille … ed io non appartengo a nessuna di queste importanti categorie!”.

5. Il motto "Memento Audere Semper", uno dei riferimenti letterari più importanti dell figura di d'Annunzio è stato da lui ripreso come un acronimo alternativo alla sigla M.A.S. che indicava il Motoscafo Armato Silurante: imbarcazione molto amata dagli arditi per azioni di sabotaggio ed utilizzata in guerra svariate volte anche dal Vate.

26 Febbraio 1916



La Regia Marina lascia la città di Durazzo
In Albania, la brigata italiana completa l’evacuazione di Durazzo, si ritira a bordo delle navi nonostante il mare sfavorevole e i continui bombardamenti austriaci.

Meno fortunati sono gli uomini del III régiment colonial, in viaggio sul Provence II: il piroscafo francese, convertito in trasporto truppe, viene affondato da un sottomarino tedesco a largo delle coste greche; oltre 1.000 i morti.


Sul settore di Verdun un errore imperdonabile viene commesso dai francesi che lasciano uno dei loro forti più importanti (Fort Douaumont) una fortezza di ultima generazione ed uno dei punti strategici, completamente sguarnito portando gli occupanti in rinforzo in prima linea lasciando così libero ingresso ai tedeschi.

In seguito questo errore causerà enormi sacrifici in vite umane per i Francesi.

Il 26 febbraio i tedeschi fanno irruzione nel Forte. Sono convinti di trovare molti uomini a fare resistenza, ma si ritrovano in un guscio vuoto, non c’è nessuno: Fort Douaumont viene espugnato in pochi minuti. Imbarazzante.

L'offensiva tedesca volge al meglio e lo stato maggiore francese affida al Generale Petain la situazione critica, ma il comandante non si fa intimidire ed organizza una difesa ben schierata con rotazioni di forze fresche in prima linea: apparentemente è la volta buona per la Francia per fermare la pericolosa avanzata tedesca.

giovedì 25 febbraio 2016

25 Febbraio 1916

Alcuni uomini di stanza a Fort Douaumont
Il 25 febbraio la strategia tedesca non cambia: alle 9:00 del mattino iniziano i bombardamenti intensivi, questa volta ad essere preso di mira è Fort Douaumont, spina dorsale di un sistema difensivo intorno a Verdun complessivo di 19 forti collegati con trincee e sbarramenti quasi imprendibili. 
I francesi nel forte: una cinquantina di uomini comandati dal sergente maggiore Chenot si rifugiano nei sotterranei per non restare sopraffatti dalla furia del bombardamento tedesco; soltanto Chenot ed alcuni uomini restarono a sparare dal cannone da 155 mm più per dignità che per vera e propria difesa. i francesi nel forte sapevano già di essere presi e quando le avanguardie tedesche raggiunsero il forte, furono sorprese dal totale silenzio delle armi dei difensori che non spararono per non aggravare la loro posizione. I primi ad arrivare furono gli artieri del sergente Kunze che, superato il fossato, riuscirono ad entrare nel forte da una piccola apertura; dopo una breve ispezione e non incontrando resistenza dichiararono il forte preso e catturarono i francesi che erano all'interno del forte.
Uno dei simboli della guerra sul fronte franco-tedesco e un emblema della forza bellica francese venne preso nel giro di poche ore: un dura sconfitta per i francesi ed una grande vittoria inaspettata per i prussiani.
Fort Douaumont poco prima della battaglia
Alla notizia della perdita del forte la stampa francese si adoperò con ogni mezzo a minimizzare la sconfitta francese e ad esaltare le perdite tedesche, in realtà i francesi non furono abbastanza decisi nel riprendere le postazioni perdute e dovettero cedere ai tedeschi postazioni che in seguito si rivelarono fondamentali.
I rifornimenti tardavano ad arrivare, la popolazione civile in vista del peggio iniziò a saccheggiare la città e la situazione volgeva per il peggio

mercoledì 24 febbraio 2016

24 Febbraio 1916

Il 24 febbraio 1916 i tedeschi continuano ad avanzare a Verdun: i francesi perdono ancora terreno e sono costretti ad abbandonare in mani nemiche il Bois des Fosses lasciando in mano prussiana altri 10.000 prigionieri; i francesi, in affanno, sono costretti a ritirarsi da Beaumont e nel Bois des Caurières.
La "Giulio Cesare" occupata nelle operazioni
Il Portogallo cede alle pressioni inglesi ed affida il contingente tedesco catturato sul fiume Tejo nei pressi di Lisbona alle forze armate britanniche che così facendo infergono un duro colpo ai tedeschi.
Intanto la Regia Marina, nella guerra balcanica è protagonista: nonostante la ritirata dell'intesa via mare dalla città di Durazzo in Albania le forze della Marina si organizzano insieme agli alleati Inglesi e francesi dimostrando al mondo la forza militare italiana, i dati parlano da soli: 260.000 uomini e 250 imbarcazioni tra cui ricordiamo le più famose: i cacciatorpedinieri Ardito e Bersagliere e gli incrociatori Città di Siracusa e Città di Catania; soltanto 1 morto e 3 feriti: un successo nonostante la perdita della città.
In Lussemburgo il Primo Ministro Hubert Loutsch lascia il posto a Victor Thorn.
A Roma muore il giurista, politico e accademico italiano Giovanni Abignente.

martedì 23 febbraio 2016

23 Febbraio 1916


vista del fiume Tejo (Tago in italiano)
Mentre a Verdun i tedeschi avanzano inesorabilmente, i francesi sono costretti alla ritirata strategica perdendo alcune posizioni strategiche che conoscendo la storia, sarebbe stato opportuno per gli interessi della Francia difendere in modo più incisivo per poter riorganizzare al meglio la controffensiva vengono evacuate e conquistate dai prussiani. 
Herbert Henry Asquith I Conte di Oxford
La situazione volge al meglio per i tedeschi che contano più di 3000 prigionieri ed il Kaiser si complimenta con lo Stato Maggiore, intanto a Parigi è il cahos ed i francesi studiano la risposta allo "schiaffo" di Verdun.
Il Portogallo, fino ad ora neutrale ma con delle simpatie nei confronti dell'Intesa blocca delle navi tedesche in ritirata sul fiume Tejo nel sud del Paese e quasi contemporaneamente iniziano le pressioni britanniche per il sequestro delle imbarcazioni.
Intanto a Londra si raduna la Camera dei Comuni, nascono dei conflitti tra Labouristi e la maggioranza del premier liberale Conte Asquith circa la fine della guerra  la pace: i labouristi parlano di una possibilità di pace di comune accordo con i socialisti tedeschi ma la maggioranza non intende piegarsi e dichiara di accettare di firmare una pace solo nel caso in cui gli obiettivi inglesi saranno completamente soddisfatti, dopo poche ore la seduta chiude con un "nulla di fatto".

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