martedì 12 aprile 2016

12 Aprile 1916


Alpini in colonna

Fronte italiano: l'assalto incominciato ieri sull'Adamello si porta al termine con una bella conquista da parte degli italiani che prendono Lobbia Alta e Dosson di Genova sotto una terribile tormenta.


Un'altra offensiva Italiana viene portata avanti vicino a Roncegno (circa 20 Km da Trento), gli uomini di Vittorio Emanuele provano un'assalto alle postazioni Austriache a Sant'Orsola andando a segno.




Fronte della Valsugana, con un'attacco ben studiato
forse gli italiani sarebbero potuti arrivare a Trento.
Intanto sul fronte orientale i Tedeschi vengono respinti dai Russi a Dvinsk (Lettonia), il morale Russo è in continuo aumento.

Cartina del fronte Orentale


I Tedeschi (spesso pionieri in alcune battaglie) fanno esperimenti e nuove tecniche di combattimento perché sanno bene che questa guerra é nuova dal punto di vista bellico.
Le tecniche utilizzate fino ad risalivano agli scontri dell'1800. 

Con nuove armi (la mitragliatrice che spara a raffica), fucili con gittate più lunghe rispetto ai fucili ad avancarica (caricamento con polvere nera dalla bocca del fucile) e con i caricatori (10 per gli Inglesi, 8 per i Francesi, 6 per gli Italiani, 5 per i Tedeschi, Austriaci e Russi.) le vecchie tecniche di guerra finirono per risultare per la maggior parte obsolete.

lunedì 11 aprile 2016

11 Aprile 1916

Fantasma di un Tedesco e di un Francese in pace


L'attacco Tedesco finisce a Verdun, lo scopo era di accerchiare la cittadina ma fallisce.
Intanto i Francesi, oltre a ricostruire le trincee e/o i forti con materiali di recupero sparsi nel campo di combattimento, migliorano il loro morale in positivo.

A Berlino, lo Stato Maggiore prussiano annuncia che Bethincourt é presa, ma in mano Francese rimangono ancora i forti di Douaumont e Vaux e la postazione di Le Mont Homme.

Verdun non é accerchiata dai Tedeschi, ma sono stati persi molti uomini di entrambi gli schieramenti: sia nell'attacco tedesco che nella difesa francese.
A proposito: dal primo giorno di guerra (1914), la Germania perde 2.730.917 uomini.


Sul fronte italo-austriaco i nostri soldati lanciano un'assalto sulle creste di Lobbia Alta e Dosson di Genova.

La guerra in alta montagna é diversa rispetto alla guerra in pianura (di trincea), Perché lì, dopo alcuni attacchi falliti bisogna scavare una galleria, e arrivati sotto i piedi dell'avversario, piazzare una mina per far saltare la sua posizione.
L'unico rimedio contro queste "talpe" era quello di mettere un secchio d'acqua e se l'avversario scavava, l'acqua avrebbe tremato e si sarebbe stati pericolo un volta che l'acqua si sarebbe fermata. Alcune volte l'ordine era di presidiare la vetta mentre piazzavano l'esplosivo sotto i soldati ignari.



La mina del Cimone:
racconto del Tenente Austriaco Albin Mlaker del 59° Reggimento "Erzherzog Rainer".

Cratere della mina Austriaca sul Monte Cimone
“Il punto d’inizio della galleria che avrebbe collegato la camera di scoppio della mina, doveva essere la caverna del Corpo di guardia, l’entrata della quale era situata a circa 25 metri dalla postazione Italiana. Per raggiungere tale caverna, si dovettero scavare delle trincee di collegamento partenti da alcune altre postazioni. Una postazione avanzata di tiratori scelti, assicurava il lavoro dagli attacchi di sorpresa nemici. Dopo dieci giorni di estenuante lavoro, il collegamento fu completato. Per rafforzare maggiormente le caverne di sicurezza, contro il fuoco pesante nemico, furono rivestite in calcestruzzo. Il Tenente Mlaker decise la costruzione di due gallerie; la prima ad Est, allo scopo di disorientare il nemico e contrapporla ad una sua eventuale galleria, la seconda ad Ovest, che doveva condurre alla vera e più importante camera di scoppio. All’inizio il lavoro di scavo fu eseguito con leve di ferro ad unghia e picconi. Gli Italiani sospettarono il perché dei nostri lavori e cercarono di disturbarli con fuoco di artiglieria ed un attacco di sorpresa.” Recuperata una perforatrice elettrica “i minatori a gruppi di 8 alla volta, lavoravano in ognuna delle due gallerie, per 6 ore consecutive (…) Il 31 agosto si poterono udire i lavori di mina da parte nemica, perciò si dovette accelerare al massimo il nostro sforzo. Il 18 settembre, grazie all’intelligente e frenetico lavoro sostenuto, al I° Battaglione fu possibile iniziare il trasporto della munizione per la carica della mina. La carica fu composta da 4.500 kg. di dinamite, 8.700 kg. di dinamon e 1.000 kg. di polvere da sparo. Alla sera del 22, la carica della camera di scoppio fu completata e collegata con una doppia linea di accensione.”

Non é finita, il racconto va avanti, il 23 settembre del 1916 alle 05:45 del mattino:


“due scoppi formidabili fanno tremare la terra, mentre due gigantesche colonne di fumo si alzano quasi contemporaneamente dalla cima del monte. Enormi blocchi di roccia volano in alto, sembrano rimanere sospesi nel vuoto per lunghi secondi, poi precipitano e si frantumano contro la groppa della montagna. (…) Quando l’enorme nuvola di polvere e di fumo si dirada, il profilo di Monte Cimone appare completamente mutato. Al punto della sua unica cima, ve ne sono adesso due e in mezzo si è formata una sella. Il terreno fino alla nostra posizione è divenuto un baratro di 50 m. di larghezza e 22 m.di profondità. I feriti italiani sommersi chiedevano aiuto e le loro grida si spandevano nell’aria. Si fece quanto possibile ma l’intenso fuoco d’artiglieria rese quasi vana l’esecuzione dei soccorsi. Perciò, il 25 mattina, il Comandante del Corpo d’Armata Austriaco decise di inviare presso il Comando Italiano di Pedescala un parlamentare per proporre una sospensione del fuoco dalle 14 alle 17, ma il Comando d’Armata Italiano respinse la proposta. Quindi da parte nostra si continuò, come possibile l’opera di salvataggio sotto il fuoco ed il 2 ottobre furono recuperati gli ultimi feriti e prigionieri.”

domenica 10 aprile 2016

10 Aprile 1916



Sul fronte occidentale a Le Mort Homme Tedeschi scagliano altri assalti su assalti sulle postazioni di Meusa e Le Mort Homme, ma vengono respinti dagli Anglo-Francesi.

La Stampa (e altri giornali internazionali), fanno fare il giro del mondo ad una lettera della Baronessa Schrotter:

Signora, mio figlio combatté contro vostro marito. Egli fu sepolto con ogni onore, rispetto e cura, in una bella tomba. Mi affretto a unire le mie condoglianze a quelle di mio figlio, che trovò addosso al signor Driant un medaglione con tre piccoli cuori e l’incisione ‘Ricordo della prima comunione, Maria, 14 giugno 1902’. E’ qui, a vostra disposizione. E se vorrete provvederò a farvelo pervenire. Il signor Driant è stato sepolto vicino al comandante Renouard, all’estremità della foresta di Caures, tra Beaumont e Flabas. Si avrà cura della tomba, cosicché possiate trovarla nei giorni di pace”.
Firmato Baronessa Schrotter.

Mappa della zona e dintorni di Le Mort Homme

sabato 9 aprile 2016

9 Aprile 1916


E' il nove Aprile e sul fronte occidentale a Le Mort Homme i Tedeschi attaccano e muovono 20 Km della lunghezza delle loro linee, ma si concentrano di più su questa località, che tra bombardamento e assalti di massa (anche con i lancia-fiamme). In 1 mé difficile da contare quanti corpi caduti.
Ma i Tedeschi, facendo così, guadagnano 1 Km e mezzo di trincee avversarie, ma non riescono a sfondare.

Postazione Tedesca a Le Mort Homme

venerdì 8 aprile 2016

8 Aprile 1916


Alcune postazione distrutta sul Mrzli
In Italia viene diffuso il bollettino del General Cadorna per i civili:

"L'assalto avversario su MRZLI, assalì di sorpresa una nostra lunetta. Ma resistemmo e contrattaccato e l'assalto fu respinto in disordine!"

La panoramica di Le Mort Homme
Cadorna ha però tralasciato un dettaglio importante, quel contrattacco é servito a ri-occupare una posizione persa il giorno precedente.


Intanto sul fronte occidentale, i Francesi evacuano Bethincourt e ripiegano da Haucourt, senza far sapere ai civili che hanno lasciato quella località.



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