Dopo aver frequentato l'Imperial Regio Ginnasio a Trento (ora Liceo Classico Giovanni Prati) per assecondare la madre si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza di Graz.
Cesare Battisti con la divisa da alpino sulle montagne trentine. |
Desiderando combattere per la causa trentina con la politica e farla valere dall'interno, nel 1911 si fa eleggere deputato al Reichsrat, il parlamento di Vienna, per il Collegio di Trento, in seguito si sposa con Ernesta Bittanti con la quale avrà tre figli.
L'8 agosto 1914 Battisti, insieme ad altri irredentisti trentini, fece pervenire al re d'Italia Vittorio Emanuele III un appello nel quale veniva fatta richiesta di annetere Trento all'Italia, se necessario anch con la forza.
L'11 agosto 1914, due settimane dopo lo scoppio della Grande Guerra, Cesare Battisti abbandona l'Impero e si trasferisce in Italia dove si prodigherà a favore dell'entrata in guerra del Regno contro l'Austria-Ungheria.
Il 24 maggio l'Italia entra in guerra contro l'Austria. Battisti si arruola volontario e viene inquadrato nel Battaglione Alpini Edolo, nella 50ª Compagnia, per il suo sprezzo del pericolo in azioni arrischiate riceve, nell'agosto del 1915, una medaglia di bronzo, in seguito tramutata in medaglia d'argento.
Dopo essere stato promosso al grado di tenente, viene trasferito ad un reparto specalizzato al Passo del Tonale e successivamente, al Battaglione Vicenza del 6º Reggimento Alpini, operante sul Monte Baldo nel 1915 e sul Pasubio nel 1916.
Muore il 12 luglio 1916 per impiccagione nel cortile posteriore del Castello del Buon Consiglio a Trento.
Le sue ultime parole furono: << Vival'Italia! Viva Trento italiana! >>
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