Il rapporto con questi animali non era sempre il migliore e provocava non pochi disagi ai soldati come possiamo vedere in questa lettera del giovane soldato italiano Francesco de Peppo:
la prima volta che li ho visti mi hanno fatto impressione, e poi abbiamo cominciato a prenderli a fucilate. Ora non mi fanno più specie, e quasi sempre dormo con tre o quattro di queste bestie sul mio corpoo ancora il sottotenente Paolo Ciotti che scriveva queste parole in un rapporto:
ogni sorta di insetti più o meno schifosi mi molestavano. Anche i topi, alcuni grossi e mansueti come gatti, giravano attorno al giaciglio, e talora non era raro il caso, che io mi destassi all'improvviso con un sorcio sul viso e sulla mani. Mai giornate più brutte passai sul Carso!durante i primi anni della guerra queste creature venivano ignorate nella maggior parte dei casi, ma nel 1917 ed in alcuni casi nel 1916 le condizioni igeniche sempre peggiori portarono alla decisione degli alti comandi di emanare addirittura un dispaccio per far fronte al problema dei ratti; ogni stato affrontò il problema a proprio modo c'era chi spargeva veleno, chi posizionava delle trappole o chi come gli inglesi aveva dato il via ad un "gioco di trincea" che consisteva nel catturare più ratti possibile; tutto ciò veniva
coronato da una ricompensa (mezzo penny per animale) come possiamo leggere in questo dispaccio del 1916:
Recentemente sulla stampa francese c’è stata qualche polemica in merito alle precauzioni adottate per proteggere gli uomini dai disagi e dalle difficoltà dell'inverno. Rispetto allo scorso anno è stato fatto molto per rendere la vita al fronte più tollerabile. Uno degli aspetti che maggiormente preoccupano è sicuramente la piaga dei ratti, poiché nei rifugi e nelle trincee - non importa dove essi vengano realizzati, sia nei boschi, che nei campi aperti, o sul lato della montagna – sono assaliti dai roditori. La peste stava raggiungendo notevoli dimensioni prima che si decise di affrontare il problema anche con l’aiuto dei cani. Treni pieni di Terrier sono stati spediti al fronte per organizzare battute di caccia regolari, con una ricompensa di mezzo penny per ogni topo ucciso. In questo modo, in un solo corpo d’armata, sono stati ammazzati 8.000 ratti in quindici giorni.
La Redazione.
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