Guardia di Finanza sul Pal Piccolo |
Sul fronte di Verdun sono tutti fermi sia francesi che tedeschi; non si avanza e non si indietreggia. solo alcuni colpi d'artiglieri restano a ricordare che si è in guerra.
I due paesi si devono ancora riprendere dal trauma e dalla ferita aperta causata da tutte le perdite subite ad est della cittadina francese: da quando è iniziata la battaglia il ritmo di perdite per entrambi gli schieramenti era di due morti al minuto (percentuale lievemente più alta per i francesi).
Mentre sul confine franco tedesco si è instaurata una sorta di tregua il fronte italo-austriaco è in fermento da ormai due giorni: i soldati italiani cercano come possono di contenere la violenta avanzata austriaca e riconquistano le postazioni perse il giorno precedente a nord est di Gorizia.
Apini dell' VIII sul Pal Piccolo |
Sulle Alpi Carniche il progetto austriaco di aggirare le postazioni italiane è andato in fumo e gli alpini riprendono il Pal Piccolo e bloccano gli austriaci che tentavano di aggirarli.
Le perdite italiane sono più di mille, ma quelle austriache sono superiori; l'azione non sembrava potesse andare a buon fine, invece tra il freddo e la neve le truppe italiane sono riuscite nell'impossibile, e la guerra continua.
Il 27 marzo ha inizio a Parigi la conferenza dei vertici dell'Intesa: sono otto i Paesi presenti: Francia, Gran Bretagna, Russia, Italia, Belgio, Serbia, Giappone e Portogallo.
I lavori si aprono sotto la presidenza di Aristide Briand, è presente l'elite delle alte cariche di stato europee: cinque Presidenti del Consiglio, dieci Ministri, dieci Generali e cinque Ambasciatori; ma è anche la prima volta che non partecipa nemmeno un sovrano.