Gli Spahi nascono nel medioevo come cavalieri pesanti e combattono per secoli per l'impero ottomano con le proprie leggi senza mai adeguarsi alle leggi di un esercito "regolare": Altamente addestrati ed arditi crearono no pochi problemi ai nemici dell'impero turco.
Spahi ottomani nel 1683 |
Con il passare dei secoli si adeguarono alle nuove tipologie di guerra divenendo alla fine dell'ottocento truppe leggere a cavallo armate di moschetto, bombe a mano e pistola.
Dopo il 1912 l'Italia ottenne la Libia dall'Impero Ottomano. Per la gestione coloniale della Libia italiana furono creati squadroni di cavalleria, arruolando i locali Spahi della Libia ottomana.
Gli Spahis erano cavalieri reclutati in Libia ed adibiti, come Cavalleria Leggera, per esplorazione, scorte e servizi di vigilanza dei confini.
Importante notare la differenza con i Savari che venivano reclutati sempre in libia come truppa a cavallo ma erano inquadrati nell'esercito regolare, mentre gli Spahis, fedeli alla loro tradizione venivano arruolati a "Plotoni" e nell'ingaggio era previsto anche il cavallo che era di proprietà, inoltre lo status di Spahis era ereditario; gli Spahis non rispondevano ad un corpo preciso dell'esercito ma erano gruppi armati "indipendenti" con schemi di guerra e tradizioni completamente diversi da quelli della cavalleria tradizionale.
Spahis italiani alla carica nel 1936 |
Gli Spahis italiani operarono tra il 1912 ed il 1935 nei Regio corpo truppe coloniali della Tripolitania e della Cirenaica, poi dal 1935 al 1942 nel Regio corpo truppe coloniali della Libia unificato. Differivano dai loro corrispondenti francesi in quanto il loro ruolo principale era quello di polizia montata: furono usati principalmente per compiti di esplorazione, scorta e soprattutto e per controllare i confini e le zone del deserto sahariano libico, mentre gli Spahis algerini francesi erano perlopiù inquadrati nell'esercito coloniale.
Gli Spahis indossavano un vestito pittoresco, modellato su quello delle tribú berbere ed arabe del deserto dalle quali sono stati reclutati. Spesso in guerra indossavano un "burnus" bianco.
Il più famoso gruppo di Spahis italiani fu quello di Amedeo Guillet.
Nel 1935 il "comandante Diavolo" (come fu soprannominato Guillet) ottenne il trasferimento in Libia presso un reparto di Spahis. Nell'ottobre del 1935 partecipò, come comandante di plotone degli Spahis di Libia, alle prime azioni della guerra di Etiopia.
Il 24 dicembre dello stesso anno venne ferito gravemente alla mano sinistra durante la battaglia di Selaclaclà, dove si distinsero i suoi duecento Spahis. In seguito sfilò a Roma, in occasione del primo anniversario dell'Impero, alla testa delle unità Spahis.
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